#13 – Come visualizzare i dati in modo efficace
Come la visualizzazione dei dati migliora le nostre capacità cognitive.
In questa newsletter mi occupo di testare e far conoscere strumenti di lavoro informatici utili per un grande varietà di scopi, specialmente negli ambienti di lavoro. Non dimentichiamo però che siamo nel terzo millennio e la conoscenza è il principale strumento di lavoro nelle società avanzate.
Alcuni strumenti software sono come gli attrezzi di un artigiano. Gli strumenti di un artigiano potenziano il suo corpo e la sua manualità. L'uso dell'energia elettrica ne potenzia la forza, ma non sostituisce la maestria. Gli strumenti di progettazione e modellazione tridimensionale invece la sostituiscono.
Anche nel software esiste questo salto qualitativo. Un software di videoscrittura migliora la qualità di un testo ma non migliora la creatività o la capacità di espressione di chi scrive. Un software di supporto alla scrittura basato sull'intelligenza artificiale invece cerca si sostituirsi alla persona umana e produce testi in modo autonomo.
La differenza tra second brain e second mind
Il "brain" è il cervello in senso fisico. Se non hai due teste e due cervelli non dovresti usare questa espressione. Però ormai si è diffusa e quando una espressione, anche insensata, si diffonde nessuno è in grado fermala.
Per la "mind" cioè la mente, le cose sono più complicate perché è un concetto astratto e non sembra esistere una definizione in grado di mettere d'accordo neuroscienziati, psicologi, informatici, biologi, filosofi.
In ogni caso ci sono pochi dubbi sul fatto che la mente possa essere concepita come una struttura che connette, cioè una rete di relazioni in continua evoluzione e non come una "cosa"
Gregory Bateson, nel suo 'Mente e natura', ci ha proposto un concetto di mente del tutto innovativo come "processo interattivo, autocorrettivo ed evolutivo rimanda ad una impostazione ecologica alla quale i vari elementi contribuiscono secondo nessi di relazione e scambio reciproci.
Allora guardiamo una delle tante mappe ci mostrano internet.
É molto simile al sitema delle interconnessioni tra i neuroni del nostro cervello.
Quindi internet è una mente?
La risposta è: certamente si.
A patto di considerarla nel suo insieme, cioè comprendendo anche tutti gli esseri umani che la fanno funzionare o - più precisamente - che la animano, come ci suggerisce Bateson.
Il cervello e la mente si possono potenziare?
Il nostro cervello fisico è sempre lo stesso da circa 100-120.000 anni, cioè dalla comparsa dell'Homo Sapiens Sapiens. L'evoluzione è lenta e non sarà un software a renderla più veloce. Qui non si potenzia nulla.
Per la mente le cose cambiano. Il telescopio di Galileo ci ha permesso di percepire il movimento dei pianeti e quindi anche di pensarli in modo innovativo. Lo stesso ruolo decisivo ha avuto il microscopio per le scienze biologiche e la medicina.
In entrambi questi casi la nostra mente è stata potenziata attraverso strumenti che ne hanno modificato la capacità di percezione.
Come visualizzare i dati e perché
Noi non abbiamo relazioni dirette con il modo "di fuori". Possiamo conoscerlo solo attraverso i nostri sensi, che ne danno sempre una rappresentazione parziale e spesso ingannevole.
Quando cambia il nostro modo di vedere il mondo cambia tutto per noi.
Prova a immaginare di uscire di casa una mattina e di non riconoscere le strade, le case, il quartiere dove abiti. Di colpo non potrai più andare al lavoro (dove?) e neppure tornare a casa. Non sapresti più dove sei anche chi sei. Saresti paralizzato e anche angosciato.
Noi viviamo utilizzando mappe mentali per qualunque cosa, anche se non ne siamo del tutto consapevoli.
Siccome uno dei nostri sensi principali è la vista, si capisce come il modo in cui visualizziamo le informazioni abbia il potere di condizionare gran parte della nostra vita, a cominciare dal modo con cui prediamo decisioni importanti.
Usare dati veri per fornire informazioni false
Oggi abbiamo a disposizione un enorme quantità di "dati" di ogni genere, ma abbiano due notevoli problemi per poterli utilizzare:
Sono affidabili? I dati non escono dal nulla. C'è sempre qualcuno che li produce li sceglie, li trasforma. Sarebbe più giusto chiamarli "presi" invece che "dati". Se una persona di nostra fiducia ci da una indicazione stradale sbagliata noi prenderemo la strada sbagliata. La fonte dei dati è importante e non è semplice verificarne l'affidabilità perché spesso è un problema di natura umana prima che tecnica. Se poi un dato è in contrasto con certe mie radicate convinzioni posso sempre pensare che sia falso, anche se invece è vero e anche elaborare una teoria del complotto ai miei danni.
Ci vengono mostrati nel modo giusto? Se voglio convincere le persone che la una mia idea è giusta posso fare il Cherry Picking, scegliere le ciliege. Posso cioè scegliere solo i dati che confermano la mia idea nascondendo quelli che la contrastano. Questa è una pratica comunissima nella comunicazione politica, ma anche quella aziendale non scherza.
Vediamo un esempio di comunicazione visiva che mente usando dati veri
L'epidemia Covid ha ampiamente dimostrato che una parte considerevole della popolazione non è assolutamente in grado di valutare l'affidabilità dei dati che vengono diffusi attraverso il web- Non distingue tra informazioni validate scientificamente e l'opinione personale del vicino di casa.
In questa situazione di scarsa alfabetizzazione di base sommata a paure ancestrali stimolate dal virus, un grafico come il seguente trova ampia credibilità.
Qui però ci si "dimentica" di considerare la numerosità della popolazione totale di vaccinati e non vaccinati. L'errore si chiama "Fallacia del tasso di base" (Base rate fallacy) ed è ben noto agli analisti professionali, ma sconosciuto a tutti gli altri).
Vediamo il quadro completo:
Con il quadro completo dei dati disponibili risulta che gli ospedalizzati non vaccinati sono 5 volte di più di quelli vaccinati.
Poi, come dicevo, si può sempre pensare che i dati siano tutti falsi o manipolati da oscure forze del male, ma in questo caso ogni discussione diventa del tutto inutile.
L'esempio è tratto da WIkipedia (EN) che lo spiega in dettaglio qui.
Per chi vuole saperne di più, esiste anche un serie di tre articoli, molto interessanti di Albero Danese, su Substack, sul tema della fallacia delle rappresentazioni dei dati. Questo è uno.
Come rappresentare bene i dati
A questo punto dovrebbe esser chiara l'importanza della rappresentazione visiva dei dati, oltre che dei dati in loro stessi.
Qui ci vengono in aiuto alcuni software specializzati che - se usati bene - funzionano come attrezzi allarga-menti.
Uno di questi ha una versione di uso gratuito che ha dispone di funzionalità di tutto rispetto, adatte anche per usi professionali.
che mi è stato suggerito da Alice Corona (grazie) che è una creatrice di narrazioni sui dati, una progettista e formatrice di formazione sull'alfabetizzazione dei dati e un'attivista dei dati.
La varietà delle forme di rappresentazione dei dati che Flourish ci mette a disposizione è notevolissima. Questa è solo un piccola parte.
Molto efficaci sono le rappresentazioni animate che ci mostrano l'evoluzione di un fenomeno nel tempo.
Per esempio (premi play per avviare l’animazione):
Video "catturato" ed editato con Wondershare Demo Creator, anche se di solito uso Filmora che ha funzioni più complete come editor universale.
Ma anche i sociogrammi sono molto interessanti per chi occupa di problemi sociali.
Questo mostra la rete di collaborazione dietro il Progetto Manhattan (il gruppo di scienziati che sviluppò la prima bomba atomica) dove ogni nodo è colorato in base alla comunità di rete a cui appartiene, cioè fisici, matematici, ingegneri, chimici, ecc.
Un film presentato alla 80esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia evidenzia la storia e il ruolo di Oppenheimer, ma il sociogramma delgruppo reale rivela una realtà molto più articolata e con diversi protagonisti di rilievo.
Alcuni altri siti rilevanti per la data visualization
Altro ottimo software di visualizzazione dati.É open source e ha una comunità di sviluppatori e utilizzatori molto vivace. Grafana è uno strumento potentissimo di Knowledge Management perché non fa solo grafici. Si tratta di un vero laboratorio che produce un insieme di programmi sofisticati per l'analisi dei dati e dei processi. Tutte cose utilissime per organizzazioni complesse e baste sulla conoscenza. Il loro uso però non è per tutti, serve personale esperto per trarne vantaggio. Non lo approfondisco qui per questo motivo.
https://www.visme.co/graph-maker/
Meno potente ma più semplice da usare rispetto a Flourish
Per imparare a lavorare e a vivere meglio usando i dati.
Un sito di riferimento per chi è interessato al tema ad ogni livello.
Propone percorsi di formazione per le scuole, ma anche per chi vuole diventare un professionista nella comunicazione con i dati.
Questa è la rivista della Data Visualization Society (DVS). Si propone di promuovere una comunità in cui ogni membro beneficia di risorse che supportano la crescita, il perfezionamento e l'espansione delle conoscenze sulla visualizzazione dei dati, indipendentemente dal livello di competenza.