Viviamo in mondo sempre più complesso. Oggi dobbiamo essere in grado di governare in modo consapevole il nostro patrimonio di conoscenze a competenze per poter lavorare, ma anche nella vita quotidiana.
Il "Modello di Norimberga" per la diffusione della conoscenza
Questa newsletter si sta evolvendo
Per prima cosa diventa provvisoriamente quindicinale.
Questo perché sto sviluppando un sito autonomo e perché gli articoli devono essere esser approfonditi (anche se sempre dedicato a chi è poco esperto ci cose informatiche).
E - dimenticavo - sono articoli "umani" non scritti dall'intelligenza artificiale. Ne sto esplorando l'uso ovviamente, e su alcune cose serve, ma per ora i contenuti che produce sono generalmente banali e senza anima.
Tutto questo richiede tempo e attenzione. Vorrei però mantenerla gratuita per cui le uscite quindicinali si prestano meglio. Per ora.
Gestire la conoscenza
Dopo i primi 20 numeri e in seguito ai primi feedback che ho ricevuto è diventato sempre più chiaro che il "sottofondo" del mio lavoro deve esser la creazione e gestione della conoscenza. Cosa che del resto ho sempre fatto nella mia ormai lunga esperienza professionale come esperto di formazione aziendale, politiche attive del lavoro e anche - negli ultimi anni - nella progettazione gestione di attività culturali.
La gestione della conoscenza è una cosa complicata e il tema è sostanzialmente inesauribile, per cui ci ritornerò spesso.
Per ora basti dire che tutti gli strumenti che ti suggerisco hanno due ambiti di applicazione:
il PKM - Personal Knowledge Management, cioè la gestine della conoscenza per uso personale.
il KM - Kowledge Management cioè gestione della la conoscenza nelle organizzazioni.
Spesso questi due ambiti so sovrappongono, nel senso che uno stesso strumento può esser usato in entrambi i contesti, che però restano sempre chiaramente distinguibili.
Che cos'è le conoscenza
Distinguiamo brevemente tra informazioni e conoscenza.
Ho già chiarito questo in un articolo precedente #15 – Creare un corso online per aziende o scuole ma riporto qui la definizione di base:
Se ti informi sugli orari di un treno che intendi prendere, questa è informazione.
Se poi prenoti, paghi il biglietto online, arrivi puntuale, sali sul treno giusto e arrivi felicemente a destinazione, questa è conoscenza.
In altre parole, la conoscenza ha un aspetto pratico, legato all’azione che l’informazione non ha.
Ti dico di più: la conoscenza, per essere veramente efficace, deve essere incorpata. Incorpata è diverso da incorporata. Incorpato significa “fatto corpo” non “contenuto nel corpo. Conoscenza incorpata si riferisce alla capacità di fare qualcosa, anche complessa, a occhi chiusi, senza pensarci. Come andare in bicicletta: lo sai fare ma avresti difficoltà a spiegare come lo fai perché è divenuto un automatismo. Non è più necessario pensarci sopra. Serve pratica, cioè addestramento.
Attività fondamentali per la gestione della conoscenza nelle aziende
Anni fa ho litigato con un responsabile amministrativo che voleva mettere le spese per libri e partecipazione a convegni nella voce "cancelleria" del bilancio aziendale. Per me quelle erano (e sono) spese di gestione della conoscenza in senso stretto e come tali vanno visualizzate. Anche in un bilancio apposito, se necessario.
Allora visualizziamole queste attività di base. Prime tra tutte quelle relative alla formazione. Non sono tutte, ma le principali ci sono:
Compliance training, cioè sulle norme di legge da rispettare sul lavoro.
Supporto alle vendite (sales enablement).
formazione per venditori.
formazione per i clienti sull'uso dei prodotti.
Flash cards / Micro Learning / Just-in-time learning.
Formazione per manutentori.
Formazione per il front line
Assistenza ai clienti
Formazione per programmatori
SOP - Standard Operating Procedure(per le procedure di produzione standardizzate interne.
Supervisione ai sistemi automatici o AI.
Quest'ultimo tipo di formazione è necessaria quando i sistemi computerizzati cambiano la natura del lavoro necessario: da ruoli esecutivi e ruoli di controllo.
Immagine da 360 Learning couse builder
Authoring Tools e Learning Management Systems
Sono due cose diverse.
Gli Authoring Tool sono gli strumenti sofware che servono per creare i contenuti dei corsi. La loro varietà è enorme. Anche un semplice blog ve bene per creare contenuti, così come Power Point o qualunque sofware per fare un montaggio video. Poi ci sono quelli specializzati come
Sono veramente molti e in continua evoluzione.
Camtasia cura in modo particolare i metodi per mantenere viva l'attenzione degli allievi.
Ma poi che cosa te fai dei corsi che hai creato in questo modo?
Qui entrano in gioco i Learning Management System (LMS), cioè le piattaforme che che servono per iscrivere gli allievi, vendere i corsi, permettere ai docenti e tutor di intervenire, creare strumenti di valutazione degli apprendimenti, fare esami, rilasciare certificati e tutto quello che sta prima, durante, dopo e "attorno" a un corso.
Ecco alcuni esempi, anche molto diversi tra loro perché alcuni sono pensati per le scuole o università, altri per aziende, altri per il mercato libero, anche hobbystico:
Moodle (open source)
Generalmente gli LMS incorporano i loro strumenti di authoring, ma sostanzialmente devono poter incorporare contenuti creati secondo gli standard internazionali, specialmente lo SCORM (Shareable Content Object Reference Model)
Istructional Designer (specialisti della formazione) ed esperti di contenuto
Ci sono contenuti molto trasversali che vanno bene in una grande varietà di situazioni e quindi possono essere venduti in un mercato molto ampio e indipendente dalle necessità specifiche di singole aziende. Sono di questo tipi i corsi sulla legislazione, i linguaggi di programmazione, le basi del marketing, le tecniche di vendita. Di questi tipi di contenuto si occupano gli istructional designer, cioè specialisti di formazione e metodologie didattiche.
Poi ci sono contenuti specifici di ciascuna azienda, spesso anche molto riservati. In questi casi gli autori dei contenuti devono esser personale interno specializzato e i corsi non sono divulgabili all'esterno. In questi casi gli esperti di contenuto devono imparare l'uso degli strumenti di produzione dei contenuti o lavorare in stretta collaborazione con un istructional designer.
Macchine per insegnare, ma esseri umani per imparare
Qui parliamo di fallacia tecnologica, cioè dell'idea, molto diffusa tra gli informatici, che l'apprendimento sia un problema risolvibile usando un sofware adatto.
Sicuramente è vero che possiamo costruire macchine per insegnare, ma perché servano allo scopo devono esserci macchine per imparare.
Gli allievi sono esseri umani e quindi l'apprendimento è un problema di natura psicologica e sociale. Non di natura informatica.
Innumerevoli start up innovative e società di consulenza sono nate e quasi subito fallite su questo equivoco di base. Anni fa i LMS erano centinaia. Oggi i principali LMS di facile accesso sono molti di meno. Altri sono costosissimi e usati esclusivamente all’interno di aziende molto grandi.
Gli ambienti organizzativi come aiuto o ostacolo per la gestione della conoscenza
Se possiedi competenze sofisticate e di valore hai una assicurazione sula vita dal punto di vista lavorativo. Se hai oltre 50 anni e ti venisse chiesto di insegnare tutto quello che sai a un neoassunto giovane e sveglio, qual è la prima cosa che ti verrebbe in mente?
Che vogliono farti fuori, non è così?
Questo è solo uno degli innumerevoli esempi che chiariscono come il problema della gestione della conoscenza negli ambienti di lavoro non può in alcun modo ignorare le motivazioni delle persone e i sistemi premianti che vengono utilizzati.
Solo creando un ambiente organizzativo favorevole è possibile introdurre efficaci sitemi di gestione della conoscenza. E' una condizione preliminare assolutamente necessaria.
Se questa attenzione organizzativa esiste, qualunque sofware funzionerà.
Se questa attenzione non esiste, qualunque sofware fallirà.
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